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Tuesday, May 14th, 2024

Se spendere 15 euro per un calice di Chardonnay Santa Margherita o 5.500 euro per una bottiglia di Pétrus non vi sembra uno scandalo oppure non vi fa sentire in colpa, potete andare  alla Danieli Wine Suite. E’ all’interno dell’hotel Danieli di Venezia, è stata  inaugurata lunedì:  è una delle enoteche con la vista migliore al mondo. Si affaccia sul Bacino di San Marco, di fronte all’isola di San Giorgio. Al sabato e alla domenica ci si può lussuosamente indignare al passaggio delle Grandi Navi contro le quali si sta battendo buona parte dei veneziani.

venezia-hotel-danieli1Il Danieli all’inizio del secolo apparteneva a Giuseppe Volpi, conte di Misurata, il fondatore della Mostra del Cinema ma anche di Porto Marghera. Dal 2005 è passat0 al Gruppo Statuto, dell’immobiliarista Giuseppe.  Da poco restauratodall’architetto Pierre Yves Rochon, ora il Danieli ha dedicato uno spazio al vino. E’ diretto da Enrico Bonaldo, che ha lavorato al fianco di Gordon Ramsey al Savoy Grill.

La carta dei vini è lunga 18 pagine. Il comunicato non rende l’idea del livello dell’offerta (e del livello dei prezzi).

La Danieli Wine Suite presenta una selezione di alcune tra le miglioriwineriesitaliane come Antinori, Masi, Jermann, Gaja, Allegrini, Quintarelli, per citarne alcune, accanto a pregiate etichette di provenienza internazionale, fra le quali Château Pétrus, Veuve Clicquot, Lucien Le Moine, Régnard, Domaines Barons de Rothschild, Château Palmer Margaux, Mondavi, Joseph Phelps, Penfolds, in un equilibrio dinamico tra eccellenza e novità.

Molto limitata la scelta al bicchiere: Ferrari Perlè Brut e Rosé (19 e 20 euro),  Pinot Grigio e Chardonnay Santa Margherita (14 e 15 euro), Chiaretto Ca’ Frari (14),  Cabernet Sauvignon Felluga (16) e Brunello Banfi (19), oltre a due Champagne:  Ruinart Blanc de Blancs e Rosé (25 e 27).

L’interno dell’enoteca

Classica la scelta degli Champagne, da Dom Pérignon, a Veuve Clicquot a Krug.  Sotto la voce Spumanti-Prosecco-Cava ci sono i vini di Ferrari, Bisol e Marques de Requena.  Le altre bottiglie sono divise per vitigno, dall’Arneis (il Blangè dei Fratelli Ceretto e il Castello di Neive, 59 euro) al Syrah di Cusumano (59).  I record: il magnum di Sassicaia 2005 a 840 euro,  il Sorì San Lorenzo 2005 a 750  euro, l’Amarone di Quintarelli 2003 a 550 euro, il Solaia di Antinori 2007 a 490 euro. Nei vini internazionali si arriva a vette da sceicchi o magnati russi: 5.500 euro per un Pétrus 2009, Merlot  e Cabernet Franc da Pomerol, Bordeaux, una leggenda nel mondo nel vino che esce dalla cantina a circa 500 euro più le tasse, poi viene conteso da appassionati e collezionisti. Ne aveva in cantina anche il presidente francese  François Hollande, all’Eliseo, e per far cassa l’ha messo all’asta con altre 12.000 bottiglie (l’annata 1990 di Pétrus è stata venduta al prezzo record di 7.625 euro).

Poi, nella lista del Danieli, si trovano  4.100 euro per un Chateau Lafite Rothschild 2009, 3.950 euro per un Chateau Haut-Brion 1èr Grand Cru 2009, e via spendendo.

Per chi vuole godersi il posto senza ricorrere a fidejussioni bancarie, si può scegliere tra una bottiglia di Brachetto d’Acqui di Giacomo Bologna 2007 a 32 euro. (La birra? L’artigianale Venezia a 9 euro, come una bottiglietta di Ferrarelle da 100 cl). Per gli aficionados della biodinamica (o per gli eno-snob che vogliono mostrare di essere al passo con i tempi)  c’è una piccola selezione di bottiglie, come il Riesling Rè Nano 2008 della lombarda  Olmo Antico a 59 euro.