da Redazione Centrale
GDO: i consumatori preferiscono vini doc, spumanti, vini a marca privata, vini bio.
I vini a marca privata hanno venduto nel 2018 per 156 milioni di euro, riferisce la ricerca IRI per Vinitaly – Il parere dei buyer vino della Grande Distribuzione su aumento dei prezzi e flessione delle promozioni nel mercato del vino nella Grande Distribuzione
Verona, 3 aprile 2019 – I vini con maggior tasso di acquisto nei supermercati nell’anno passato sono i vini di qualità Doc e Docg, gli spumanti, i vini biologici ed i vini col marchio dell’insegna distributiva. E la grande distribuzione si conferma come il canale di vendita del vino italiano di gran lunga più rilevante, con 619 milioni di litri per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. I vini Doc e Docg in bottiglia registrano il +5,3% nel primo bimestre 2019 (dopo una sostanziale tenuta nel 2018); gli spumanti il + 2,1%, i vini biologici il +18% (+ 11,8% gli spumanti bio); i vini a marca privata o marchio del distributore (MDD) in bottiglia il + 7% (dati 2018 a volume, ricerca IRI per Vinitaly 2019, iper+super+libero servizio piccolo).
La quota di mercato del vino MDD è arrivata al 14% di tutto il vino venduto nella Grande Distribuzione per un valore di 156 milioni di euro. I soli vini Doc e Docg a marca del distributore sono cresciuti dell’8%.
Se ne parlerà a Vinitaly nel corso della tavola rotonda (8 aprile), organizzata da Veronafiere in collaborazione con IRI, cui parteciperanno produttori e distributori e a margine del Gdo Buyers Club (8 e 9 aprile) cui parteciperanno i buyer vino delle seguenti insegne distributive: Coop, Conad, Carrefour, Gruppo Vègè, Iper La Grande I, Penny Market, EcorNaturaSI, Italy Discount, S&C – Consorzio Distribuzione Italia.
Va sottolineata la crescita costante, negli ultimi anni, degli acquisti dei vini a marchio del distributore (MDD), cioè di quei vini che le cantine italiane producono su incarico delle insegne distributive. Quest’ultime provvedono poi a etichettarle con propri marchi (per esempio “Fior Fiore” di Coop o “Terre d’Italia” di Carrefour) oppure con altre etichette di fantasia. Il consumatore di solito non si accorge di acquistare un prodotto a marchio, ma è attirato dal prezzo contenuto, grazie alla filiera più corta, e da una buona qualità media (ricerca IRI per Vinitaly, vedi tabella allegata).
Un’insegna come Conad mette a scaffale ben 85 referenze MDD, che vendono a valore oltre 47 milioni di euro l’anno. Carrefour, con “Trancio Antico” e “Terre d’Italia” registra un costante aumento, soprattutto nella fascia medio-alta. La Coop propone i marchi “Assieme”, vini quotidiani provenienti da cantine del mondo cooperativo e “Fior Fiore”, di fascia medio alta, con 17 referenze prodotte da note cantine, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier (entrambe spuntano una performance positiva nel 2018). Iper La Grande J ha lanciato già 13 anni fa il marchio “Grandi Vigne” che dispone di circa 80 etichette grazie alla collaborazione con 35 cantine vocate sul territorio e detentrici dell’intera filiera. Penny Market, convinta che i vini MDD trovino nel formato discount una opportunità vincente, propone tre brand: i vini di pregio D’Alleramo; gli spumanti Rocca Merlata; i vini in tetrapak Archetto.
A fronte della crescita dei vini MDD, il 2018 ha fatto segnare una contrazione delle vendite a volume di varie tipologie di vino, su cui ha influito la scarsa vendemmia del 2017 e l’aumento dei prezzi del vino.
“I prezzi dei vini si sono confermati in aumento per tutto il 2018 – spiega Luca Bacciocchi, Category Manager Vini di Carrefour – fino alla nuova vendemmia che, grazie ai risultati positivi, ha portato un effetto deflattivo che si dovrebbe esprimere nel corso dell’anno corrente.
Analisi condivisa da Federico Scarcelli, buyer vino di Coop: “La pessima vendemmia del 2017 e il conseguente aumento delle quotazioni del vino ha portato aumenti di prezzo importanti: Coop ha limitato l’inflazione a scaffale dei vini tipici e degli spumanti al 2% mentre l’aumento dei vini tavola è stato intorno al 7%”.
Va sottolineata anche la flessione, seppur modesta, delle promozioni, come riferisce Alessandro Chiapparoli buyer vino di Iper La Grande I: “Altro elemento che ha determinato l’aumento dei prezzi è stato una politica promozionale meno aggressiva rispetto al 2017, con un calo di 5% punti promo”.
“I prezzi nel 2018 sono mediamente aumentati del 4% circa anche nella nostra insegna – riferisce Valerio Frascaroli, buyer vino di Conad – con un incremento in percentuale più marcato sui tavola/igt ed anche spumanti (punte anche del 10%) e meno importante nei Doc e Docg”.
Ha risentito meno dell’aumento dei prezzi del vino, grazie alla formula discount, come conferma Zoran Mihovski, buyer vino di Penny Market: “I prezzi dei vini, legati fisiologicamente alla qualità delle vendemmie hanno subito un leggero rialzo, con un dato medio di inflazione del 4,5%”.
Qui i dati della ricerca IRI per Vinitaly sulle vendite dei vini italiani a marca privata