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Friday, March 29th, 2024

di Massimiliano Furlan

(vinoclick) Funzionari dell’ufficio regionale aquitano che si occupano di frodi e protezione dei consumatori, hanno indagato se alcune etichette dei vini di Bordeaux ingannino i consumatori utilizzando il “marchio” di uno Chateau quando il vino all’interno della bottiglia non è stato prodotto esclusivamente da quella proprietà o le uve provengono da altre vigne.

C’è stata una particolare attenzione ai vini che usano il prefisso “Bordeaux de” più il nome di un castello specifico, secondo una nota del settore, datata 22 giugno 2018 e pubblicata da Direccte l’equivalente delle nostre associazioni di consumatori e dall’ente nazionale di appello francese INAO, si sta esaminando se i nomi delle denominazioni fossero stati utilizzati in modo improprio.

In alcuni casi i vini sono prodotti da un’altra azienda e non provenienti da vigneti di proprietà della tenuta denominata sull’etichetta. Tutti i vini sarebbero stati comunque realizzati con l’apporto tecnico dell’azinda committente.

Anche se non vi è alcuna certezza che qualcuno abbia agito intenzionalmente ed illegalmente, una decisione sul fatto che un’etichetta possa trarre in inganno i consumatori sarà esaminata dal Tribunale con l’interpretazione di un giudice.

Se tutto fosse provato, la legge prevede una multa per i proprietari dell’azienda di 300.000 euro ed una pena detentiva fino a due anni di prigione. Sono tuttora in corso le indagini ed i test sui vini diciamo “incriminati”

Fonti locali affermano che alcune aziende sono già state visitate dai funzionari di Direccte.

Ha anche affermato che il castello Maucaillou di Moulis-en-Médoc aveva cambiato il nome del suo vino “Bordeaux de Maucaillou” in “B par Maucaillou”, al fine di evitare qualsiasi equivoco.

m.furlan@vinoclick.org